Il territorio di Ugento e la sua città messapica (7 km)



Il territorio dell'Ugento

Il territorio di Ugento è vasto e piuttosto variegato. L'ampiezza della costa va di pari passo con una considerevole estensione nell'entroterra, caratterizzata da un sistema di coltivazione intensivo soprattutto di ulivo e vite e da massiccia presenza di aree di pascolo. Nonostante la grande estensione, le aree urbane sono relativamente piccole, il che spiega la non alta densità demografica.
Stratigraficamente il territorio è costituito da terreno vegetale e alternanze di calcari compatti (calcilutiti organogene), arenarie e calcareniti, terreni altamente permeabili e inclini a fenomeni carsici d'erosione (doline). Vista la totale mancanza di corsi d'acqua dolce superficiali, l'approvvigionamento idrico è dato dall'acquedotto pugliese e da pozzi artesiani.





Una particolarità importante del territorio di Ugento è costituita dalla presenza dei bacini di bonifica. La zona in prossimità della costa è stata da sempre caratterizzata dalla presenza di vaste aree paludose e malsane. Nel 1927, l'istituzione del Consorzio di bonifica Ugento-Li Foggi permise di dare il via ai lavori di risanamento che consistettero principalmente nella costruzione di grandi bacini, collegati fra loro tramite canali e sfocianti in mare, che permisero il deflusso delle acque altrimenti stagnanti. 







Con il terreno di risulta furono colmate le zone di maggiore depressione, consentendo il recupero di vastissime aree in parte rimboschite a conifere e in parte destinate all'agricoltura (in quanto il bacino costituiva un'importante risorsa idrica per l'irrigazione) e soprattutto permettendo di debellare definitivamente la malaria




  La campagna di Ugento

















  
 La città di Ugento e la sua storia

Ugento è situato sul Golfo di Taranto. Antico centro messapico e municipio romano con il nome di Uxentum, nel corso della sua Storia è stato anche vittima degli assalti da parte di Saraceni e Turchi, ed è una importante Sede Vescovile fin dal XI secolo.
Ugento vanta origini remotissime e fu già abitata in epoca preistorica. Le origini si perdono talmente indietro nel tempo che non è possibile individuare un preciso periodo di fondazione. La presenza nella zona di Menhir e Dolmen confermano la sua esistenza fin dalle ere più arcaiche. Intorno al 1500 a.C. è stata insediata dai Messapi e con il nome di Ozan ne fu con tutta probabilità il centro più importante e la capitale. Le Mura Messapiche testimoniano la grandezza di un tempo, una città che già in quelle epoche remote ospitava molte migliaia di abitanti, alcune fonti attendibili parlano persino di centomila abitanti, ma in ogni caso senz’altro non meno di diecimila. Anche il porto della costa più vicina si sviluppò grandemente essendo il punto principale per i rifornimenti dei Messapi ed in seguito per la realizzazione di navi per Roma e Atene. Sono state anche ritrovate delle monete coniate direttamente in loco, con l’effige di Ercole e altre allegorie.
Alla grandezza dei Messapi seguì il periodo di dominazione romana in particolare dopo lo scoppio della guerra con Cartagine. Roma, infatti, vedeva il porto di Ugento un fulcro importante per attaccare Cartagine, ma gli abitanti scelsero di allearsi con Annibale sperando di riconquistare l’autonomia di un tempo. Purtroppo per i Messapi la guerra non finì come speravano, la città venne assoggettata da Roma come Municipio Romano nell’82 a.C. e prese il nome di Uxentum e ciò che restava della civiltà messapica si disgregò. Mantenne una certa rilevanza come area portuale durante i secoli imperiali, ma con la decadenza di quest’ultimo fu saccheggiata più volte dai barbari, dapprima dai Goti nel 534-535 e dai Saraceni nell’842. A danneggiarla ulteriormente furono i conflitti tra Greci e Goti, dal momento che frattanto era passata alla dominazione greca, ma di fatto abbandonata senza alcuna protezione.
Con l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo Ugento man mano riacquistò parte del suo splendore e ci fu un periodo di stabilità durante il quale il centro ottenne la rielezione del Vescovo latino al posto di quello greco, l’erezione del Castello sulle rovine dell’antico Castro romano ed un notevole incremento della sua popolazione. Il primo vescovo latino fu un certo “Lando”, nel 1254. La diocesi era comunque molto piccola e si ingrandì solo nel 1818 con l’annessione di quella di Alessano-Leuca.   In seguito varie signorie si sono avvicendate alla guida del paese tra cui la più importante fu quella degli Orsini del Balzo che la controllarono dal 1398 al 1463. Fu però nuovamente distrutta dai turchi durante il Cinquecento e la città perse la sua rilevanza centrale e successivamente passò di mano a diverse altre famiglie di feudatari. Gli ultimi furono i Signori D’Amore che lo detennero fino alla soppressione dei feudi nel 1806.   La attuale sistemazione del centro storico di Ugento è stata fatta sulla base di un piano di costruzione stabilito nel 1880, anno in cui furono abbattute molte casupole centrali per far posto a quella che oggi e chiamata Piazza Vittorio Emanuele II e ad una diramazione di strade che ne sono il Centro Storico. Nonostante ciò il suo centro preserva molti monumenti, chiese, musei ed è ricchissimo di storia antica.  
Oggi è un ridente paese di oltre dodicimila abitanti nel cui centro non mancano spunti di interesse.



Ugento infatti, oltre che di Storia vissuta, è un centro dove abbondano chiese e conventi. Ricordiamo tra questi l’ex convento delle Benedettine (oggi un seminario), ma anche la Chiesa del Rosario e la Chiesa di San Benedetto entrambe datate XVII secolo e dotate di belle decorazioni barocche. La Cattedrale risale invece al 1855, ricostruita su un'altra andata distrutta nell'incursione Saracena, ed è stata intitolata alla Madonna Maria SS Assunta in Cielo.

Nel centro storico vi è anche un Castello risalente al XIII secolo, dotato di pianta trapezoidale irregolare con torrioni angolari, due dei quali sono andati distrutti. Anche se l’origine è Trecentesca, è stato ricostruito nel XVII e nel XIX secolo.  Da ricordare anche i suoi palazzi: il cinquecentesco Palazzo Gigli e il Palazzo Colosso dove è possibile visitare una collezione di antichità. Anche il Palazzo Vescovile è stato innalzato in sostituzione di altri palazzi precedentemente distrutti dalle invasioni e la sua versione odierna è del Settecento.

Ugento è una zona archeologica: dal suo sottosuolo sono state riportate alla luce iscrizioni messapiche e romane, tombe, antiche mura e persino una statua di un Zeus in bronzo risalente al VI secolo Avanti Cristo rinvenuta per caso nel 1961. Le mura di origine messapica sono ancora oggi parzialmente visibili: sono costituite da grossi blocchi di pietra accuratamente accomodati tra di loro ed un tempo costituivano la cinta di protezione del nucleo cittadino. Si ritiene che furono proprio i Messapi i primi abitanti di Ugento. Assieme alla Repubblica di Taranto nel periodo della Magna Grecia, poi, coniò persino monete con l’effige di Ercole e altri simboli.

Il Museo Civico Archeologico Salvatore Zecca (aperto durante l’anno dalle 8 alle 13:30, luglio e agosto nelle ore 8-12 e 17-19, chiuso ogni lunedì) custodisce la storia della cittadina. È ospitato in alcune sale dell’ex convento dei Celestini, del XV secolo e vi possiamo ammirare anfore e corredi funerari. La statua di cui detto poc’anzi, invece, è stata trasferita al Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

Di Ugento fanno parte le marine di Torre Mozza e Torre San Giovanni, e la frazione di Gemini. Proprio per via di Torre San Giovanni è molto importante anche il turismo estivo e lungo coste di sua amministrazione non mancano diversi lidi e attrezzatissimi hotel ad accogliere i visitatori. Il mare di Ugento è tra i più belli d’Italia, abbondano spiagge  pulite dove dimorano fantastiche dune che fanno da cornice ad incantevoli paesaggi.

                                                                         Il castello
L’antico castello di Ugento domina la città da una posizione preminente, vicino alla Cattedrale e alla piazza principale. La sua costituzione originaria è ancora avvolta nel mistero, è presumibilmente stato costruito attorno al XIII secolo. Ha una pianta a forma di trapezio irregolare con dei torrioni agli angoli, due dei quali purtroppo sono andati distrutti. È da ascrivere alla categoria dei castelli realizzati per scopo militare e non dunque casuale che risulti molto semplice, senza fronzoli. Esso fu ampiamente rimaneggiato attorno al XVIII secolo, ma questa fortezza sembra avere elementi che facciano risalire una costruzione originaria molto più indietro nel tempo, anche prima del XI secolo, almeno per quel che riguarda la parte più bassa, mentre il resto sembra con più certezza risalire ai Normanni.   La difficoltà nella datazione è data anche dalle frequenti ristrutturazioni, cominciate già durante il Duecento dagli angioini. Risulta anche che in quel secolo vi soggiornò Carlo D’Angiò in persona, recatosi in visita dal Conte Adenolfo XI. Pecicco de Trebigne, che fuggiva dalla persecuzione del cugino Re di Dalmazia, ne divenne il primo feudatario della "baronia di Ugento", mentre nel periodo angioino il castello divenne regio e Giovanni Conte fu eletto primo castellano.   La parziale distruzione delle due torri si ebbe durante un’invasione barbara nel Cinquecento, e con esse andarono perse altre parti importanti dei primi due piani.
Da documenti storici è accertato che il castello apparteneva nel 1484 al conte feudatario Angilberto De Bautio,  mentre nel 1534 fu donato da una non meglio precisata “Cesarea Maestà” ad un uomo di fiducia, il “magnifico e fedele Marzio Colonna”. Fu ancora una volta ricostruito nel 1642 con l’interessamento del Conte Vaaz De Andrada, ma da allora non sono state fatte opere di ristrutturazione globale e così ha finito per prevalere uno stato complessivamente fatiscente dell’immobile.   Ad oggi rimane una costruzione privata, che appartiene alla famiglia nobile D’Amore. L’importanza storica dell’edificio è testimoniata dalla presenza al suo interno di grandi saloni decorati con bellissime pitture susseguitesi nei secoli, ma l’accesso ai turisti non è consentito fatta eccezione per alcune sale aperte al pubblico nel 2005.
Per un recupero completo del castello, nel febbraio 2014 è stato pubblicato un bando europeo del valore di circa 300 mila euro che vuole rimettere a nuovo l’edificio.
Sono molti gli interventi previsti nel bando, tra cui: consolidamento e restauro di archi, volte e cornici, sigillatura delle lesioni, rinforzi alle connessioni della struttura che rischia di crollare in caso di evento sismico, bonifica e trattamento dei muri ricostruendo le parti crollate, se necessario inserendo anche dei cordoli in acciaio, recupero delle balaustre e dei pavimenti reintegrandoli il più possibile al loro stato originario ed inserendone dei nuovi dove impossibile, ripristino degli intonaci, realizzazione di servizi igienici all’interno, inserimento di infissi in legno a porte e finestre, infine risistemazione del terrazzo con una pavimentazione lastricata in pietra leccese.
Si spera che vi sia un’adeguata risposta al bando che possa consentire al Castello di tornare allo splendore di un tempo e ad essere completamente riaperto al pubblico.
 
Il museo

 Il Nuovo museo archeologico di Ugento (Museo Civico) è stato inaugurato nell’ottobre del 1968 ed in seguito ristrutturato e riaperto nel 2009. La sede occupa 1100 mq dell’edificio dell’ex convento dei Francescani Santa Maria della Pietà, situato in pieno centro storico (Largo Sant’Antonio, 1), risalente al XV secolo e costituito da due piani ed un chiostro centrale. In precedenza l’ex convento era già stato adibito a caserma dei Carabinieri, sede municipale ed edificio scolastico. Il Museo venne infine istituito con decreto dell’allora Presidente della Repubblica On. Giuseppe Saragat, in occasione del primo convegno dell’Associazione dei Comuni messapici, peuceti e dauni, svoltosi a Ugento.
Il recupero dell’intera struttura e del cortile del Museo effettuato solo pochi anni fa (2004-2009) ha consentito di schedare molti degli 800 e più reperti del patrimonio comunale e che rappresentano un vasto arco di tempo che va dal VI a.C. al I-II sec d.C. in epoca medievale. Tra i reperti citiamo anfore commerciali, crateri, anfore a trozzella, coppette, piatti, terrecotte votive e architettoniche, monete greche, romane e della Zecca Ugentina, urne cinerararie e inumati di infante della fine del II sec. a.C., senza dimenticare il pezzo forte, la statua di Zeus (fine sec. VI a.C.) rinvenuta nel 1961 in Via Pittore. Questi reperti costituiscono il nucleo prevalente della collezione museale. Lo Zeus era stato sepolto in modo volontario in una fossa naturale e coperto con un capitello. In realtà, però, quello esposto nel museo è una copia dell’originale, che si trova invece presso il Museo Archeologico di Taranto.
Si ambienta su entrambi i piani, il piano terra custodisce un  laboratorio di Restauro, una sala con la “Tomba dell’Atleta”, una sezione lapidea e alcuni affreschi. Il primo piano invece è adibito ad una mostra topografica, una preistorica, una subacquea, una medievale, oltre che  una collezione numismatica e corredi funerari. Più in generale, dopo la ristrutturazione del 2009 è stato sviluppato un percorso lungo i due piani mettendo al centro la storia di Ugento lungo i secoli arricchendolo di reperti messapici e romani: alcuni restituiti dal Museo Archeologico di Taranto ed altri ritrovati di recente in nuovi scavi.
Grazie al restauro anche il chiostro è stato protetto da una copertura trasparente e soprattutto si sono scoperte direttamente nelle mura una serie di cappelle affrescate risalenti ad un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo e che è possibile vedere attraverso dei vetri. Si tratta di piccole ma incredibili cappelle con colori e dipinti in ottimo stato. Tra queste, di particolare bellezza sono la Cripta del Crocefisso e la Cripta della Madonna di Costantinopoli.
A seguito del restauro è stato arricchito anche di una sala conferenze, realizzata in quello che un tempo era il refettorio del Convento.
In città sono presenti anche altri due musei di dimensioni minori: il museo diocesano nelle cantine della Cattedrale aperto pochi anni fa ed il museo della Collezione Colosso nell’omonimo Palazzo.
Qui di seguito indichiamo i contatti e gli orari di apertura del Museo Civico:
Telefono: 0833 5548437  
Orari di apertura   invernale: lunedì-venerdì 9-12 e 16-19. Sabato e domenica 16-19.
estivo: tutti i giorni 10-12 e 17-21. Biglietto di ingresso: 3 euro.


I monumenti
Ad Ugento sono presenti importanti ed antichi monumenti tra cui due menhir che ancora oggi sono visibili: uno nella Masseria Terenzano e uno nella periferia di Gemini.
 
Di epoca successiva sono invece le imponenti Mura Messapiche, quando la città prendeva il nome di Ozan: non sorgono nel centro storico attuale, bensì nella parte settentrionale del paese, nei pressi della campagna. Compaiono improvvise con alcuni resti di grandi mura spesse otto metri, che un tempo costituivano un unico blocco difensivo capace di estendersi in circolo per ben nove chilometri. Le mura risalgono addirittura al IV secolo Avanti Cristo e sono costituite da grossi blocchi squadrati di pietra accuratamente accomodati tra di loro che formarono un tempo la cinta di protezione del nucleo cittadino.  Esse sono parzialmente visibili ancora oggi, soprattutto nel tratto che costeggia la via Madonna della Luce (ex via Traiana). Altri spezzoni sono visibili in Piazza Italia e tra via Acquerelli e via Trieste.
La muraglia sembra che fosse costituita da novanta torri, a testimonianza dei rapporti non proprio pacifici che sembrano essere esistiti nel Salento e più in generale nella Puglia in quei secoli pre-romani. Si concentrarono infatti diverse guerre che coinvolgevano più soggetti: Taranto, Pirro d’Epiro, Alessandro il Molosso, Annibale e i Romani.
Ugento, ancora Ozan, fu così fortificata perché parte della cosiddetta “dodecapoli messapica”, cioè una federazione di dodici città fortificate e vicine tra loro che avevano l’obiettivo di impedire ai greci di conquistare l’interno dell’area salentina. Delle ipotesi recenti (Di Domenicantonio e Scardozzi 2007) parlano dell’esistenza di ben undici porte di accesso e da ciascuna si sviluppava una strada verso i centri vicini. Sembra che complessivamente le mura racchiudessero all’interno uno spazio di quasi 150 ettari di terreno, facendo di Ugento il maggiore centro abitato dei Messapi.
 
Della preesistente acropoli messapica non vi sono resti significativi, mentre sono rimaste delle tracce concrete di diverse necropoli, almeno quattro, che erano ubicate internamente alle mura lungo le più importanti arterie stradali. In particolare: la necropoli più antica è nei pressi di Via Acquarelli ed è del VI-III secolo acanti Cristo; le altre sono datate IV-III secolo avanti Cristo e si trovano in Via Peri, tra via Mandorle e via Petrarca, in località Sant’Antonio.
 
Sono presenti anche molti palazzi storici. Il più antico di tutti è Palazzo Gigli che si trova in Via Roma, risale alla fine del 1500 appena dopo la distruzione saracena della città e fu sempre dimora dell’illustre e nobile famiglia Gigli di Ugento finché non passò per nozze in proprietà alla nobile famiglia Macrì. Palazzo Gigli sorse a ridosso delle rovinate mura bizantine, poi eliminate del tutto in seguito all’apertura di Via Messapica e di cui esistevano piccoli residui fino a non molto tempo fa nel giardino del Palazzo.
 Altro edificio importante ancora in ottimo stato è Palazzo Colosso. Sorse intorno al 1600, per quel che riguarda il lato che si affaccia su Via Roma, mentre la parte che prospetta su Via Messapica è di data relativamente recente, essendo stata edificata sul finire dell’Ottocento. L’ala antica del palazzo, di proprietà della nobile famiglia Gaballo di Ugento, fu rimodernata intorno al 1780 da Domenico Colosso, marito di donna Anna Maria Gaballo. Nelle sue stanze è oggi conservata la collezione archeologica Colosso. È da ricordare che qui il barone Massimo Colosso ospitò nel 1807 Giuseppe Bonaparte.
 
Il palazzo che sarebbe stato il più antico è probabilmente Palazzo Rovito, realizzato già nel Trecento. Fu però completamente distrutto dall’invasione saracena e ricostruito soltanto nel Seicento. È stato oggetto recentemente di totale ristrutturazione ed oggi le sue stanze ospitano la Bibilioteca Comunale e altri servizi pubblici. Le immagini in articolo fanno riferimento a questo palazzo.
 

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